domenica 23 ottobre 2011

Il valore delle cose

Sono sempre le stesse cose che si ripetono. Era un grande. Era il numero 1. Era il migliore del paddock. Era il più solare e simpatico. Quando muore un personaggio famoso le parole di elogio si sprecano. E allora la bravura di chi lo ricorda sta nel rendere omaggio a chi ci ha lasciato, senza cadere nella più triste delle ipocrisie. Essendo io non assolutamente in grado di fare questo, ho deciso di affidarmi alle parole di altre persone.


Ho letto tante reazioni tanti commenti. Alcuni banali, altri profondi. Certi davvero commoventi di persone che vivevano a stretto contatto con lui, persone per cui il dolore non è dispiacere come può essere per un appassionato di sport ma è una cosa vera. Che non se ne andrà facilmente, forse non se ne andrà mai.



Una di queste persone è Mattina Pasini, compagno di corse di Sic da una vita. Queste sono le sue parole che non hanno bisogno di commento.

"Non riesco a descrivere questo momento. Con te credo sia rimasto un pezzo di me, un pezzo di vita, un pezzo di cuore. Tutte le nostre avventure, battaglie sin da quando eravamo bimbi, bimbi con un sogno. Sono convinto che te ne sei andato facendo quello che amavi, ma questo non serve a riempire il vuoto che ci hai lasciato. Sto riflettendo se realmente ne vale la pena, fare sacrifici, rischiare la pelle, dedicare tutta la vita per rimanere un ricordo. Sappi però che se andrò avanti per inseguire quel sogno, lo farò per te"
 Mattia Pasini

Concludo con le parole di un'altro grande, Ugo Foscolo. Questi spezzoni sono tratti dai sepolcri. Il primo ci dice che alla morte non c'è consolazione. Il secondo ci dice che l'uomo ha un grande privilegio: far vivere nel ricordo chi non c'è più.

All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro? Ove piú il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali,
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udrò piú il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né piú nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?

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Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l'illusïon che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli.

Ugo Foscolo 

Sic rappresentava l'Italia nel mondo. Sic era uno di noi. Per questo lo piangiamo, non perchè lo consocevamo o per altri motivi. SuperSic era un pezzo di Italia a cui volevamo bene, l'Italia buona. L'Italia dei campioni e delle eccellenze.

AG

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